Trova le risposte a domande a cui non avevi neanche pensato…
Quando a maggio Google ha introdotto Knowledge Graph sono rimasto assolutamente affascinato da quello che sembrava essere il vero primo passo concreto verso il Web 3.0.
A ottobre Google ci ha di nuovo stupiti, ed ha tirato fuori Hummingbird dal cilindro; un algoritmo di ricerca, nuovo di zecca, già in uso, con un solo obiettivo: soddisfare la ricerca dell’utente.
Un po’ come Matrix, potete “avvertire” Hummingbird intorno a voi: nei risultati semantici, nei suggerimenti (+1) dei vostri collegamenti su Google+, nel nuovo Google Now sul vostro cellulare Android…
Il SEO come lo conosciamo, è morto
Fino ad oggi il motore di ricerca aveva lo scopo di offrire i migliori risultati sulla base di parametri predefiniti (leggi per approfondire); le tecniche SEO aiutavano a sfruttare al meglio questi parametri.
Business: stai ancora pagando per posizionare il tuo sito? Commenta!
Ecco come si presenta una ricerca semplice su Google, ricavata con il vecchio algoritmo: “Chi è l’attuale Presidente della Repubblica?”
Il risultato riporta un semplice elenco degli argomenti che, secondo i parametri predefiniti di Google, sono più pertinenti alla ricerca effettuata.
Ecco invece cosa puoi ottenere oggi grazie ad Hummingbird:
Google risponde direttamente alla tua domanda. Non solo. Il risultato è modellato con elementi che arricchiscono la tua ricerca.
Google arricchisce la tua ricerca
L’interazione maggiore, la connessione tra gli utenti, sono la chiave del nuovo algoritmo di Google, che con Hummingbird, cerca di riempire la SERP con le pagine che abbiano la capacità di soddisfare l’utente, in base alla qualità dei contenuti, alla geolocalizzazione ed alle preferenze ed i suggerimenti dei collegamenti sociali.
Questo può significare solo che tutte le tecniche SEO messe a punto fino ad oggi, con l’obiettivo di rispettare (o forzare) i parametri predefiniti dell’algoritmo di ricerca di Google, non hanno più motivo di esistere.
Occhio non vede, Google non vuole
Un esempio su tutti le famose “parole chiave”, in gergo “keywords”, che sono state fino ad oggi la base della maggiorparte delle offerte di SEO: “ti posiziono il sito per queste parole chiave”, oppure “per quali parole chiave vuoi essere trovato”.
Con Hummingbird tutto ciò che l’utente non vede viene scartato, perchè non può arricchire l’esperienza dell’utente, e quindi non può essere preso in considerazione per aumentare la rilevanza del risultato.
Una ulteriore conferma di questo la trovi già da qualche mese nei dati del tuo Google Analytics; sotto la voce “Acquisizione -> Parole chiave -> Risultati organici” ormai quasi il 90% dei risultati è “NOT PROVIDED”.
Non è quindi di fatto possibile sapere con quali parole chiave un utente abbia raggiunto il tuo sito web.
Content is king
Quante volte avrai sentito questa frase, e quante volte è stata vera: i contenuti sono l’aspetto più importante della comunicazione sul web.
Long tail: le ricerche come conversazioni
Ciò che è cambiato oggi, e che trova riscontro nel nuovo algoritmo di Google, è il modo di scrivere i contenuti, ma soprattutto il modo in cui l’utente oggi CERCA i contenuti. Grazie all’enorme diffusione dei dispositivi mobili, le ricerche degli utenti si sono evolute; i nativi digitali non si sforzano più di cercare per “parole chiave”, ma pongono direttamente una domanda al motore di ricerca.
Una parte importante di Hummingbird è proprio l’integrazione di una piattaforma di comprensione vocale (ASR), che è solo l’inizio di un lungo processo; pensate al nuovo algoritmo di Google come ad un bambino di 3 anni, che ascolta e impara dalle ricerche degli utenti, collegandole semanticamente.
Come si può sfruttare Hummingbird per la propria comunicazione web?
Pensa a che domanda porrebbe un utente interessato al tuo prodotto
Se prima la ricerca poteva essere: “azienda metalmeccanica Modena”, adesso più tipicamente sarà: “Quali sono le migliori aziende metalmeccaniche a Modena?”.
Questo significa che tutti i contenuti del sito web, e della comunicazione, sia testuali che grafici, vanno ripensati in ottica informativa, e non pubblicitaria. Se capisci questo, il tuo prossimo cliente arriverà dal web.
Addicted: secondo te come cambia il ruolo del copywirter in questo scenario? Commenta!
16 comments
Finalmente si apre uno squarcio nel cielo e la luce appare: chi ha lavorato per creare una cultura del “contenuto” anche quando tutti adoravano l’unico dio “SEO”, oggi viene ripagato degli sforzi e delle delusioni. E chi non sa nè leggere nè scrivere come la maggiorparte delle “aziende innovative, giovani e dinamiche” pagherà il fio di una fede “cieca” riposta nei trucchi e nelle keyword e più in generale nelle tecniche Seo spinte oltre l’immaginabile. Grazie per il post.
Direi estremo come concetto, ma pur sempre vero 🙂
[…] […]
Eh si, Hummingbird ha cambiato totalmente il modo di fare SEO. Ma talmente tanto che per 2 mesi (prima che ce lo dicessero) l’intera community internazionale non si era accorta di nulla.
H. è sicuramente un cambiamento radicale (dentro a Google) ma l’evoluzione del modus ricercandi e di come fare SEO è un processo lento e continuo, che ha origini ben prima del colibrì. My2Cents.
Sono pienamente d’accordo, diciamo dal “ma” in poi. Quello che secondo me è necessario cominciare a capire, è che non bisogna più focalizzarsi su “come farsi trovare”, ma su “offrire contenuti interessanti”, non solo attraverso il sito web, ma con tutti i mezzi a disposizione.
il SEO classico (link building, analisi delle parole chiave, etc.) è ancora vivo, anche se un po’ traballante e malfermo sulle gambe. quello che funzionava prima funziona ancora. La domanda è: per quanto? Mesi? Anni? Settimane?
Nel frattempo si fa strada il Il Content Marketing, ma la maggior parte delle aziende italiane ancora sta dietro alle keyword… Mi chiedo cosa succederà e sono molto curioso 🙂
Non mi trovi molto d’accordo con la prima parte del tuo commento 🙂 Hai giò dato un’occhiata a questo articolo? http://gabbariele.weevo.it/il-seo-e-morto-evviva-il-social-seo/
Ma solo a me sembra che non ci sia proprio nulla di nuovo? SEO è marketing ed è per questo che è in continua evoluzione, oltre al fatto che la qualità è sempre stato un fattore premiante e lo sarà sempre di più. Chi costruiva contenuti ricchi di informazioni, interessanti e capaci di generare engagement aveva vinto ieri, vince oggi e vincerà domani. Torno a ribadire: nulla di nuovo all’orizzonte per chi ha sempre ragionato in termini di “comunicazione”.
Sono d’accordo, ma cosa ne pensi di chi invece ha sempre considerato il SEO solo una serie di “tecniche da applicare”?
Penso che sia stato un po’ superficiale soprattutto se ha pensato che avrebbe potuto andare avanti per molto. La “coerenza semantica” che dovrebbe esserci tra quello che cerco e quello che trovo è un grande obiettivo che premia la qualità di chi lavora cercando di comunicare qualcosa di utile.
non potrei essere più d’accordo. la mia provocazione sulla morte del SEO mira proprio a stimolare questo tipo di reazione.
[…] Il #SEO come lo conosciamo, è morto. http://t.co/8buIEY3G1k #Social4PMI #PMI […]
[…] See on gabbariele.weevo.it […]
[…] recente aggiornamento all'argoritmo di ricerca di Google, unitamente alla diffusione ormai esplosiva di questo […]
[…] Il SEO è morto? Ecco come funziona Hummingbird | Social Media Marketing e internazionalizzazione PM…. […]
[…] Trova le risposte a domande a cui non avevi neanche pensato…Quando a maggio Google ha introdotto [[Knowledge Graph]] sono rimasto assolutamente affascinato da quello che s […]